de genere - Rivista di studi letterari, postcoloniali e di genere
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<p><span style="font-size: medium;">La rivista scientifica online ad accesso libero <em>de genere</em> intende proporsi come un luogo in cui la ricerca interdisciplinare sugli studi di genere e sugli studi post-coloniali possa trovare spazio e confrontarsi attraverso un ampio dibattito critico. Attraverso numeri monotematici a cadenza annuale, si vogliono tracciare i percorsi della ricerca scientifica intorno ai "generi", intesi nella piena ambiguità semantica del "genere/gender" e delle forme stilistiche e mediatiche della letteratura e delle arti, per mapparne e indagarne le trasformazioni dovute all'ingresso di soggetti "imprevisti" dalla modernità occidentale.</span></p><p><span style="font-size: medium;"><em>de genere</em>, è, <span>rivista di classe A per i settori 10/L1 (Anglistica e Angloamericanistica) e 10/F4 (Critica letteraria e letterature comparate), e</span>, rivista scientifica per l'<span>Area 10 - Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico-artistiche</span>.<br /></span></p>it-ITde genere - Rivista di studi letterari, postcoloniali e di genere2465-2415<p>L'autore dichiara di essere unico proprietario del contributo e concede alla rivista <em>de genere </em>il diritto a pubblicare la suddetta opera. E' a conoscenza e accetta che la rivista, <em>de genere</em> diffonda il suddetto contributo e i suoi contenuti, sotto forma di testi, immagini, altro formato elettronico o altri formati/media che possano esistere oggi o che potrebbero essere scoperti in futuro, ad utenti finali in edizione elettronica come file in formato pdf, ePub, MOBI e simili, ivi comprese app di store proprietari quali GooglePlay e AppleStore. E' altresì a conoscenza e accetta che la rivista, <em>de genere</em> possa attivare sistemi di Print On Demand (Stampa su Richiesta) del contributo in oggetto.</p> <p>L'autore è altresì a conoscenza che ciò non impedisce di pubblicare autonomamente, in maniera cartacea o elettronica, il contributo in oggetto, con menzione della rivista come prima collocazione del contributo.</p> <p>Il consenso a pubblicare è concesso alla rivista, <em>de genere</em> a titolo gratuito.</p> <p><a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/" rel="license"><img style="border-width: 0;" src="https://i.creativecommons.org/l/by-nc-nd/4.0/88x31.png" alt="Licenza Creative Commons" /></a><br /><em>de genere</em> è distribuita con Licenza <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/" rel="license">Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale</a>.</p>Editorial
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Serena GuarracinoMarta Cariello
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2023-06-072023-06-078Tessendo le trame, da Monte di Dio al pianeta
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<p class="Testo" style="text-indent: 0cm;">La scomparsa di una Maestra lascia sempre il senso di un dialogo interrotto, una tessitura sfilacciata, un ripiglino (il gioco di intrecci alla base di <em>Staying with the Trouble </em>di Donna Haraway) a cui sfugge una maglia. Senza sperare di colmare questo vuoto, ci sembra però necessario trasformarlo in uno spazio di ricerca e relazione, che permetta al dialogo di continuare, al ripiglino di mutare in nuove, straordinarie forme. Per questo, per il prossimo numero di <em><span style="font-family: 'Bell MT',serif;">de genere</span></em>, invitiamo contributi che, nel solco profondo e prolifico della ricerca di Lidia Curti, esplorino i temi delle arti visive, del corpo, delle migrazioni, della fantascienza in chiave femminista, o xenofemminista. La ricerca della voce subalterna, femminile o queer, ha attraversato tutta l’opera di ricerca e scrittura di Lidia Curti, dai lavori sul teatro, la televisione e il cinema, alla ricerca sul corpo e/come scrittura, alle tracce narranti delle migranti, alla futurità femminile e sempre “altra”, fino allo sguardo al presente e al futuro interspecie, oltre i legami antropocenici. Il femminismo di Lidia Curti è la richiesta all<span style="font-family: 'Times New Roman',serif;">ə</span> alliev<span style="font-family: 'Times New Roman',serif;">ə</span>, in ogni lettura, in ogni scrittura, in ogni tipo di testualità studiata, di “cercare sempre la donna”, dove “donna” non è mai stata una designazione meramente biologica bensì una posizionalità, una soggettivazione che pur con il passare delle epoche e le metamorfosi del pensiero non ha mai derogato all’agire politico, alla ricerca come forma di militanza. Il femminismo diventa così una chiave relazionale per leggere il mondo e stare al mondo, fuori dalle asimmetrie soggetto-oggetto, è apertura, pratica e comunità.</p>Marta CarielloSerena Guarracino
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2023-06-072023-06-078Per una politica del posizionamento
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<p>Il presente saggio rappresenta la mia riflessione più intima e politica sul mio posizionamento, in sé vuole avere una doppia valenza e una doppia funzionalità: la doppia valenza ha a che vedere con il tentativo di rileggere alcuni contributi teorici nell’ambito della miaproduzione intellettuale e delle mie metodologie di trasmissione di contenuti e disseminazione, al fine di dar vita ad un sapere nuovo. Questi contributi sono anche quelli che mi legano a Lidia Curti, letterata femminista che in Italia con cura e amore portò insieme al compagno di una vita Iain Chambers gli studi culturali e postcoloniali, ma anche a un’altra compagna, intellettuale e amica, Liana Borghi, scomparsa lo stesso anno nefasto 2021, la cui opera e persona sono state fondamentali per la mia crescita personale, intellettuale e politica. La sua pretesa doppia finalità ha a che vedere con l’urgenza che sento di raccontarmi e nel frattempo mettermi in discussione sia rispetto a me stessa e agli archivi (e contro-archivi) che strutturano la mia produzione intellettuale – identità e materiali la cui lettura è sempre in divenire (nel senso di Stuart Hall). Una rilettura che non ha semplicemente un obiettivo oltre a sé, ma che è anzi obiettivo politico in sé – intellettuale e pedagogico, personale e pubblico.</p>Gaia Giuliani
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2023-06-072023-06-078522La sociologa e gli unicorni
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<p class="Autore">Tema centrale di questo articolo è certamente l’uso della metodologia qualitativa nel campo della ricerca sociale. L’indagine condotta, riguarda il campo delle applicazioni per incontri online, in particolare sull’utilizzo di Tinder da parte dei giovani maschi eterosessuali cisgender in Italia. L'autrice adotta un approccio femminista e intersezionale, considerando il corpo e la voce come strumento di riscatto e riscrittura identitaria. La sociologa affronta l’unicorno, che non rappresenta solo la soluzione alla domanda di ricerca ma diventa anche il suo stesso limite. Si parla degli ostacoli, le sfide che la ricercatrice deve fronteggiare e della negoziazione continua con il suo interlocutore. In estrema sintesi chi fa ricerca dovrebbe partire dalla crisi che Lidia Curti pone al centro della sua dialettica posizionale tra centro e periferie del sapere, annullando la distanza tra arte e artificio e gettando le basi per un approccio visionario e creativo, capace di valicare le mura della ricerca tradizionale e offrire una prospettiva caleidoscopica dal temperamento intersezionale.</p>Raffaella Maiullo
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2023-06-072023-06-0782331Le ultime opere di Toni Morrison
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<p class="Testo" style="text-indent: 0cm;">Quattro anni prima di morire, e tre anni dopo <em>Desdemona</em> (2012), riscrittura musicata dell’Othello di William Shakespeare, Toni Morrison affidò la sua saggezza profonda e tagliente all’ultimo romanzo, <em>God help the Child</em> (2015).</p> <p class="Testo" style="text-indent: 0cm;">Entrambe le opere ci mostrano ancora la superiorità letteraria di Morrison, colei che sa “come scrivere per sempre” lasciando in eredità dei passaggi sontuosi e adamantini, capaci di custodire, far rilucere e moltiplicare il mistero della vita, ma anche di ridurre la narrazione fin quasi alle ossa, per introdurci al mistero della morte. Il suo testamento, offerto al pubblico del Nobel attraverso la “favola” della vecchia griot, si riconferma, in queste ultime opere letterarie, come un invito ambiguo e impredicibile a una responsabilità condivisa che non può essere obbligata né chiarita, senza finali certi o inappellabili, complicata dall’indecidibilità. A noi il compito di scegliere cosa farne: ibridarlo perché viva più intensamente possibile, o scarnificarlo, per restituirlo trasformato nella sua essenza elementale, al di là del soggetto occidentale produttore di linguaggio, di potere e di una storia unica.</p>Alessandra De Angelis
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2023-06-072023-06-0783350L’eco dell’altra
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<p>Eco è stata a lungo considerata un'estensione della storia di Narciso e spesso segregata dalla critica a un destino di banale specularità della figura maschile. Tuttavia, la ninfa, in quanto simbolo dell'espressione vocale, ha già di per sé una notevole rilevanza culturale e artistica spesso trascurata, ma disseminata attraverso diversi secoli e forme artistiche. L'obiettivo di questo studio è quello di porsi tra le interpretazioni contemporanee del mito, con particolare riguardo per “l’estasi femminista” insita nel suo destino mitologico e, basandomi sullo studio di Lidia Curti sulle “voci dell'altra”, far emergere l'agency femminile proposta dalle storie di Eco come simbolo delle possibili voci della subalterna. Questo è reso chiaro tramite l’analisi di alcune opere artistiche fondamentali antiche e moderne sul mito (come quelle di Ovidio, Longo Sofista, Giambattisto Marino, Alexandre Cabanel e in ultima istanza attraverso il film <em>Her</em> di Spike Jonze). La ricerca dimostra come Eco abbia il potere di infondere un nuovo significato a ciò che sente e ripete, sfidando e trascendendo così le limitazioni imposte dalle narrazioni che tentano di confinare la sua voce nel linguaggio normativo, nel testo, nel corpo e nel corpo del testo.</p>Anna Chiara Corradino
Copyright (c) 2023 Anna Chiara Corradino
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2023-06-072023-06-0785163Voci differenti, differenti corpi
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<p>Il presente articolo mira ad esaminare in che modo gli adattamenti non-normativi di Deirdre Sullivan, pubblicati nella raccolta <em>Tangleweed and Brine</em> (2017), contribuiscono a sovvertire il modello fiabesco egemonico di matrice disneyana. Avendo come punto di riferimento le fiabe della tradizione europea e i loro molteplici adattamenti, e tenendo conto di tutta una serie di scritti critici – incluse le riflessioni offerte da Lidia Curti in <em>Female Stories, Female Bodies</em> (1998) –, l’obiettivo di questo studio è quello di dimostrare che l’antologia di Sullivan, testo significativo dell’incontro tra femminismo e postmodernismo, offre un ventaglio di modelli e possibilità attraverso <em>voci</em> e <em>corpi</em> <em>differenti</em>. Nello specifico, analizzando una selezione delle storie raccolte dall’autrice irlandese, si rifletterà sugli stati d’animo e i desideri di figure marginalizzate, nonché sulla condizione delle donne sia nel mondo fiabesco che in quello reale.</p>Luca Sarti
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2023-06-072023-06-0786584The Ghost in the (Migrant) Machine
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<p>This article proposes a reading of the ghostly routes and bodies of contemporary migrations through the reading of the 2019 film directed by French-Senegalese director Mati Diop, <em>Atlantique</em>, while exploring the inseparability of the political economy of migration from the material reality of people crossing lands and seas. The film tells a (ghost) story of migration and vindication of the seemingly powerless, haunting the distances and the intimacies between continents and within colonial relations, and centering on the gendered body, as monstruous and (therefore) resistant.</p>Marta Cariello
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2023-06-072023-06-0788594Le voci delle altre
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<p>Le scrittrici della Sardegna si pongono nella linea lunga che va da Deledda ai giorni nostri: nelle loro opere compare sia il senso immutabile di un popolo isolano e perciò isolato, colonizzato, subalterno certo come quello della Sardegna di Deledda, ma sempre all’ombra positiva delle figure femminili protagoniste dei suoi romanzi. Esse rappresentano l’interrogativo etico di soggettività in divenire e perciò modernamente capaci di accettare la propria storia di colonizzazione, rifiutando al tempo stesso l’ancoraggio a una identità prestabilita: protese a costituire e perciò a rappresentare soggettività decolonizzate e sovente diasporiche.</p>Laura Fortini
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2023-06-072023-06-07895107Ekphraser. Nouvelles poétiques de l’ekphrasis en déconstruction
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Silvana Carotenuto
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2023-06-072023-06-078109113